Cos'è L'archivio Mitrokihn?

L'Archivio Mitrokhin è composto dalle schede che l'ex funzionario del KGB Vasilij Nikitič Mitrokhin, raccolse durante la sua attività e poi divulgò in tre volumi, usciti rispettivamente nel 1999, nel 2000 e (postumo) nel 2005.

Attraverso la pubblicazione di questo archivio, i paesi dell'occidente europeo hanno scoperto che lo spionaggio sovietico si era addentrato fin nei gangli fondamentali dei loro Stati e che i partiti comunisti occidentali legati a Mosca avevano operato per favorire lo spionaggio in vista di una possibile guerra d'invasione sovietica.
Si è scoperto infatti che l'URSS non aveva mai dismesso i suoi piani di conquista dell'Occidente e che aveva mantenuto in vita un mastodontico apparato militare, pronto ad entrare in azione in qualsiasi momento. Allo scopo di preparare la guerra d'invasione, l'Unione Sovietica aveva creato una rete di agenti, informatori, spie, per carpire segreti politici e militari all'Occidente. Il tutto era diretto e finanziato dal KGB, il potente servizio segreto di Mosca.

Cos'è il Dossier Mitrokhin?

Il Dossier Mitrokhin, prende il nome da Vasili Nikitich Mitrokhin, un ex archivista del KGB in pensione. Con questo termine si fa riferimento ad una parte del corposo Archivio Mitrokhin, residente in Gran Bretagna.
È formato da 645 schede, denominate originariamente «Impedian», redatte dall'MI6, il servizio segreto inglese, sulla base delle note manoscritte che l'ex archivista copiò da documenti segreti del KGB. Le 261 schede che vennero consegnate al SISMI a partire dal 1995 al 1999 corrispondono a un arco temporale che va dal 1917 al 1984, anno in cui Mitrokhin andò in pensione.
Dal Dossier Mitrokhin emergono informazioni riguardanti l'esistenza in Italia di basi radio sparse sul territorio e difese da attigui depositi di armi. Queste, secondo la relazione di maggioranza, sarebbero dovute servire al KGB per organizzare e mantenere in Italia una rete clandestina di agenti da attivare se si fossero verificate certe condizioni.

Nel 2002 fu istituita una commissione parlamentare di inchiesta per verificare le affermazioni contenute nel dossier, specialmente quelle riguardanti l'attività spionistica svolta dal KGB sul territorio nazionale e le eventuali implicazioni e responsabilità di natura politica o amministrativa. Presidente della commissione fu nominato Paolo Guzzanti di Forza Italia.

Dall'insieme dei documenti esaminati emerse come fin dagli anni '50 il KGB pagasse degli informatori, reclutati anche tra i funzionari del PCI. Il nome più importante che compare nel dossier è quello di Armando Cossutta, l'attuale presidente del PDCI.

Emergono innanzitutto i piani di invasione dell'Italia da parte dell'URSS, risalenti agli anni '50, ma rimasti in vigore fino a tutti gli anni '80, che nelle loro linee generali erano tuttavia già noti da tempo alle forze NATO. Le forze sovietiche sarebbero dovute entrare dal Brennero, segno, secondo parte della commissione, che avrebbero ricevuto aiuti da quinte colonne italiane.

Il 16 dicembre 2004, vengono rese pubbliche le relazioni finali, scaricabili dal sito internet del Parlamento Italiano.

Nel novembre 2006 esplode il caso legato all'attività di Mario Scaramella, consulente della commissione e legato a sua volta all'ex agente segreto del KGB (l'ex-servizio segreto sovietico)Aleksandr Litvinenko, avvelenato nello stesso mese da una dose letale di Polonio 210 a Londra e morto in pochi giorni per le conseguenze dell'avvelenamento. Scaramella è attualmente indagato per violazione del segreto d'ufficio e traffico d'armi.

°Fonte Wikipedia.org